A Roma, lo scorso 4 luglio, è stato presentato il Rapporto su “Il fabbisogno di manodopera straniera e italiana nel comparto del lavoro domestico”.
Il presidente di Assindatcolf, Andrea Zini, ha introdotto l’incontro soffermandosi sulla necessità della regolarizzazione dei rapporti di lavoro e al contempo sulla necessità che venga riconosciuta la possibilità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi l’intero costo del lavoro dell’assistente domiciliare/familiare.
Assindatcolf è l’associazione sindacale nazionale dei datori di lavoro domestico, alla quale NoiconVoi aderisce.
È seguita la presentazione del Rapporto di Luca di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS. I principali dati emersi:
-Il fabbisogno complessivo di assistenti alla persona (badanti) e colf nel 2022 è ammontato a 2 milioni e 171 mila unità, di cui 989 mila assistenti alla persona (badanti), soddisfatto con l’attività di 1 milione e 445 mila stranieri e 726 mila italiani;
-Nel 2023 il fabbisogno di assistenti alla persona è stato di 989 mila unità, nel 2024 salirà a 1 milione e 8 mila lavoratori e nel 2025 sarà pari a 1 milione e 25 mila;
-A livello nazionale è previsto di anno in anno un incremento di “domanda” di assistenti alla persona pari a 39 mila lavoratori, di cui 26.282 stranieri;
-Per coprire il fabbisogno, è stata stimata la necessità di oltre 18 mila lavoratori non-comunitari;
-A livello Veneto, nel 2025, il fabbisogno di assistenti familiari raggiungerà le 70 mila unità, quello delle colf 61 mila;
-Nel Veneto l’incremento annuo previsto è pari a 2.535 unità.
Ciò significa che l’offerta (le donne e gli uomini che si rendono disponibili al lavoro domestico) è sempre più ristretta a fronte di un bisogno in continua crescita.
Si tratta di previsioni fornite da un autorevole istituto di ricerca che ha analizzato il fenomeno utilizzando dati ISTAT e INPS, al fine di coprire una grave mancanza “L’assenza di una rilevazione sistematica ufficiale del fabbisogno di manodopera aggiuntiva dall’estero del ramo del lavoro domestico […] che funga da riferimento per la determinazione di quote di ingresso adeguate alle esigenze del comparto”.
Già ora la situazione è critica, da un lato un’offerta carente, dall’altro una domanda sempre maggiore e sempre più complessa a fronte di un invecchiamento della popolazione, dei mutamenti intervenuti nella struttura dei nuclei familiari e degli stili di vita. Una situazione che senza un radicale ripensamento della realtà e delle prospettive “pianeta anziani” sarà destinata ad aggravarsi.
P. G.